Palazzo Carminali Bottigella: il palazzo in stile rinascimentale

La città di Pavia ospita una serie di splendidi edifici e monumenti storici. Uno dei più importanti è il Palazzo Carminali Bottigella, un palazzo rinascimentale del XIV secolo che fu la dimora del Duca Giangaleazzo Visconti.

Caratteristiche architettoniche del palazzo

Situato nel cuore di Pavia, Palazzo Carminali Bottigella è un bellissimo edificio in mattoni che fa parte del paesaggio della città da secoli. Con le sue raffinate decorazioni in terracotta attribuite al Bramante (fratellastro di Michelangelo), è un edificio molto prestigioso.

Nell’architettura delle città lombarde, la fedeltà alle tecniche edilizie medievali è stata mantenuta con molta tenacia. Il mattone e la terracotta sono i materiali principali, con l’aggiunta occasionale di marmo e pietra. Pareti in mattoni a vista con rare aperture per le finestre, la cui forma gotica è stata solo lentamente soppiantata da quella rettangolare, caratterizzano i palazzi della nobiltà locale.

I due piani principali sono solitamente sormontati da un terzo piano di servizio, notevolmente più basso degli altri. Le caratteristiche rinascimentali si notano soprattutto nei portoni e nelle partizioni della facciata, nelle cornici interpiano e nelle lesene piatte.

Le pareti di Palazzo Carminali-Bottigella a Pavia rispecchiano tutte queste caratteristiche. La comunanza della modellazione dei dettagli di questo palazzo con le edizioni del vicino monastero della Certosa, permette di considerare Amadeo come l’autore del palazzo.

Il palazzo si estende su due piani, più un terzo al di sotto della grondaia, che rimane in gran parte costituita da pietra a vista senza alcuna decorazione, tranne che per le fasce marcapiano decorate con motivi vegetali che corrono per tutta la loro lunghezza.

La facciata principale è ornata da una serie di archi e intricati intagli. Le decorazioni in terracotta di questo edificio sono tra i migliori esempi di stile classico rinascimentale in tutta Italia. Le sei colonne corinzie del piano terra sembrano sostenere un grande cornicione, che a sua volta sostiene altre sei semicolonne lavorate.

Due finestre al piano terra sono incorniciate da un arco classico, sormontate da decorazioni con Fauni e Bucrani.

L’interno dell’edificio trasmette il desiderio di organizzazione e simmetria. Ci sono quattro stanze coperte da volte lunettate, disposte ai lati dell’ambiente d’ingresso.

Oltre che per il suo aspetto suggestivo, il palazzo si distingue anche per la sua storia.

La storia del palazzo Bottigella

L’edificio fu costruito dall’antica famiglia pavese dei Beccaria ed è una delle poche testimonianze rimaste della loro esistenza. La famiglia nobiliare Beccaria discende da mercanti e artigiani. Tra il XIII e XIV secolo furono una delle famiglie più potenti di Pavia, ricoprendo diverse posizioni importanti in città tra cui sindaco, giudice e consulente finanziario del duca.

La famiglia Carminali, originaria di Bergamo, acquistò il palazzo nel 1696. La è data riportata sotto un putto posto in cima allo scalone d’onore interno.

Per oltre un secolo, il palazzo fu dimora dei Carminali che vi attuarono una serie di miglioramenti estetici. Nel 1784, il palazzo viene acquistato da Monsignor Antonio Picchiotti, Vicario Generale della Curia. Alla sua morte, il 1787, il palazzo fu ereditato dal suo pronipote Baldassarre Bottigella, il quale vi trasferì la propria residenza e preziose opere d’arte.

Una di queste è la Pala Bottigella di Vincenzo Foppa, che fino ad allora era rimasta nella cappella della chiesa di San Tommaso, ma che in seguito è stata donata al Comune e ora è esposta con orgoglio a tutti i visitatori presso la collezione permanente della Pinacoteca Civica.

La “Pala Bottigella” è un magnifico esempio di pittura rinascimentale. Dipinta nel 1464, la pala d’altare raffigura la Crocifissione di Cristo con un intenso realismo bilanciato da una bellezza ultraterrena. Il corpo di Cristo è mostrato con dettagli realistici, mentre i colori vividi e i motivi del cielo aggiungono un tocco surrealista alla scena. L’effetto complessivo è allo stesso tempo potente e pacifico e rende la “Pala Bottigella” un’opera d’arte davvero straordinaria.

Nel 1886 il palazzo fu ereditato dai nobili Vico, fino agli anni Cinquanta quando viene acquistato dall’Associazione Provinciale dei Commercianti, di cui è ancora la sede.


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