Naviglio Pavese: lungo percorso tra natura e cicloturismo

Voglia di una gita fuori porta diversa dal solito e a contatto con la natura? Se ci si trova in Lombardia le occasioni per uscire dal trambusto cittadino non mancano, grazie alla presenza di interessanti percorsi naturalistici che permettono di rilassare la mente e di godere della bellezza infinita della natura. Gli spazi naturali meritano di essere rivalutati, per la possibilità di fuggire da smog, inquinamento acustico e inevitabile stress.

Ebbene da Milano, la metropoli italiana per eccellenza, parte un interessante percorso cicloturistico che costeggia un corso d’acqua che può considerarsi un importante pezzo di storia del capoluogo lombardo: si tratta del naviglio pavese. Si chiama così proprio perchè raggiunge la città di Pavia e, a chi segue il suo tratto di oltre 30 chilometri, permette di immergersi in una natura suggestiva dove è possibile apprezzare un’atmosfera densa di tranquillità, lontana dal frastuono della grande metropoli.

Chi volesse apprezzare questo tipo di esperienza, in alternativa a un viaggio canonico presso una nota meta turistica, può organizzarsi con la propria famiglia o con il proprio gruppo di amici e intraprendere un’avventura su due ruote. La presente guida si propone di accompagnare il lettore in un viaggio virtuale alla scoperta di un percorso denso di storia e curiosità interessanti da conoscere.

Cenni storici sul naviglio Pavese: notizie e curiosità da conoscere

Prima di entrare nel vivo di una passeggiata cicloturistica che merita di essere vissuta e provata almeno una volta nella vita, la guida si propone di dedicare un paragrafo ad alcuni aspetti storici che riguardano proprio il naviglio pavese. Il suddetto corso d’acqua, parte della rete fluviale di Milano, è stato realizzato fra il 1807 e il 1819: si pensi che l’idea di collegare il capoluogo lombardo con il mare era già partita molti secoli prima ma, per vari motivi, i lavori non erano mai stati iniziati e portati a termine.

Si dovette aspettare la conquista napoleonica di Milano per vedere un concreto impegno nella realizzazione del naviglio, che sarebbe diventato un’importante arteria d’acqua fondamentale per l’irrigazione dei campi, dei giardini nobiliari e un fondamentale collegamento per le barche mercantili. Il naviglio fu completato sotto il regno degli Asburgo, che diedero ordine di completare quanto era stato iniziato dall’Imperatore Bonaparte.

Il naviglio pavese si snoda per ben 33 chilometri a partire dalla darsena di Porta Ticinese a Milano per terminare a Pavia, dove si congiunge con il fiume Ticino. Negli anni il naviglio pavese ha dato lustro al progresso della produttività lombarda: lungo il suo percorso, infatti, sono nati mulini, opifici e altre realtà che grazie al naviglio si sono sviluppate. Fra le caratteristiche del naviglio pavese ci sono le conche, opere di ingegneria idraulica che hanno reso il corso d’acqua navigabile, permettendo alle barche di non subire le difficoltà create dal naturale dislivello che si incontra durante il percorso.

Aspetti e consigli per una ciclo passeggiata gradevole

Come già accennato in apertura, il naviglio pavese non è solo un percorso d’acqua frutto di una lungimirante iniziativa di ingegneria idraulica, ma è anche lo spunto per piacevoli fughe dalla città. Proprio per la sua caratteristica di attraversare vasti ettari di campagna, sono stati organizzati dei percorsi dedicati a chi ama avventurarsi in piacevoli e rilassanti passeggiate in bicicletta.

Il percorso è tutt’altro che improvvisato, infatti gode di una buona manutenzione e il suolo è adeguatamente asfaltato, proprio per consentire la circolazione di mezzi a due ruote. Sono sporadici i tratti di percorso sterrati, dove occorre prestare particolare attenzione se si utilizza una bici da corsa. Adoperando una mountain bike si ha la possibilità di effettuare tutto il percorso senza nessun tipo di difficoltà.

La passeggiata lungo il naviglio pavese rappresenta un’ottima alternativa al classico weekend fuori porta, grazie alla possibilità di riscoprire il territorio lombardo in tutta la bellezza del suo paesaggio. Si consiglia di inoltrarsi in questo lungo quanto affascinante percorso nei periodi soleggiati per non andare incontro alle tipiche difficoltà della pioggia, ma è altrettanto sconsigliato scegliere il periodo estivo, quando il clima risulta particolarmente torrido. La ciclo passeggiata sul naviglio pavese è molto praticata dai lombardi ma anche da tanti turisti stranieri in cerca di emozioni a contatto con la natura, pertanto si tratta di un percorso ben frequentato.

Un’esperienza ad alto tasso di emozioni, ecco cosa fare e vedere

Il percorso cicloturistico lungo il naviglio pavese è una garanzia di emozioni a contatto con la natura e con le bellezze paesaggistiche più autentiche della Lombardia. Durante la passeggiata è possibile effettuare delle soste, contemplare il corso d’acqua che rompe la continuità della campagna, respirare un’aria più pulita e visitare qualche chiesa interessante.

Chi sceglie di percorrere questo cammino in bicicletta ha la possibilità di intraprendere un’attività salutare per l’organismo. Si ricorda che pedalare è una ginnastica fondamentale per il corpo: si migliora la frequenza cardiaca, si stimola la circolazione del sangue e si tengono impegnati tutti i muscoli del corpo per un allenamento impeccabile. Si ricordi che lungo il cammino è possibile sostare in una delle strutture ricettive per cicloturisti, la cui offerta è studiata ad hoc per accogliere gli appassionati di passeggiate in bicicletta.

Durante il tragitto, all’altezza del comune di Binasco, a metà strada fra Milano e Pavia, i cicloturisti vengono sorpresi da un paesaggio mozzafiato. Si tratta di un bellissimo campo dove è possibile intravedere stupendi esemplari di aironi, poco vicino ci sono anche le risaie. Non mancano poi i filari degli alberi che, durante i momenti del tramonto, vengono infuocati da un sole vivace che vira al rosso. Insomma, chi decide di intraprendere questo pellegrinaggio in bici, può solo aspettarsi un’esperienza ad alto tasso di emozioni e stupore.

La Certosa di Pavia, un capolavoro dove vale la pena fermarsi

Come si può ben capire dai paragrafi finora svolti, la ciclo passeggiata lungo il naviglio pavese è un’occasione preziosa per scoprire angoli di Lombardia spesso sconosciuti e dimenticati. Ma non mancano anche le possibilità di sosta in luoghi ben più conosciuti e che godono di una prestigiosa importanza. Un vero capolavoro da non perdere durante questa piacevole esperienza in bici è senza dubbio la Certosa di Pavia.

Si tratta di un complesso monastico decisamente imponente per grandezza e opulenza artistica: l’edificio sacro, infatti, si distingue per una ricca pluralità di decorazioni, motivo per cui lo sguardo del visitatore rimane estasiato e affascinato. La maestosa certosa si trova a pochi chilometri da Pavia, in un paese che si chiama proprio Certosa di Pavia. Il monastero risale al 1363 ed è un’opera fortemente voluta dal nobile Gian Galeazzo Visconti, Duca di Milano, che volle fare di questo monumento una cappella di famiglia nonché un simbolo della potenza dell’aristocrazia milanese.

La facciata della certosa si caratterizza per una fitta presenza di bassorilievi che rappresentano gli eventi della vita di Gesù e dell’antico Testamento, l’interno invece rivela lo splendore di una grandiosa chiesa gotica, con volte a crociera e affreschi che invogliano a rimanere incantati con il naso all’insù. La certosa di Pavia custodisce interessanti capolavori come i monumenti funebri di Ludovico il Moro e di Beatrice D’Este, vi sono poi dei chiostri molto interessanti che ospitano degli eleganti giardini con fontana, luoghi dove si apprezza una speciale spiritualità e un senso di pace.

Ecco cosa fare e vedere una volta giunti a Pavia

Per chi decide di trascorrere un weekend diverso dal solito, costeggiando il naviglio pavese e le sue tipicità paesaggistiche, le emozioni non finiscono. Quando si arriva finalmente a Pavia il percorso cicloturistico non conduce verso il centro cittadino, ma si snoda lungo il caratteristico tragitto tracciato dalle mura romane, segno distintivo di un’esperienza all’insegna delle scoperte storiche e naturali del territorio.

Una volta giunti a Pavia si consiglia di dirigersi verso il caratteristico ponte coperto, anch’esso un capolavoro di ingegneria che assicura ai visitatori un concentrato di fascino, leggenda e mistero. Si dice che lo abbia creato il diavolo per far passare un folto gruppo di fedeli, intenti nel raggiungere Pavia per assistere alla messa di Natale. In cambio del ponte, lo spirito maligno voleva l’anima di chi avrebbe avuto il coraggio di attraversarlo, ma l’arcangelo Michele fece passare un capretto per risparmiare la vita delle persone presenti.

Il diavolo per vendetta scatenò una feroce tempesta e misteriosamente non ci furono feriti e il ponte resistette, grazie al prodigio di San Giovanni Nepomuceno, la cui stata viene custodita in una cappella interna al ponte. Nelle vicinanze del ponte di Pavia vale la pena fare una capatina nel borgo Ticino, un concentrato di fascino pittoresco dato dalla moltitudine di casette variopinte.


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