Le torri gentilizie medievali rappresentano uno dei simboli inconfondibili del centro storico di Pavia. Meglio note come “le tre torri” di Pavia. Sebbene un tempo fossero più numerose.
Le tre torri di Pavia furono realizzate tra l’XI e il XIII secolo, periodo durante il quale la città era all’apice della sua fioritura romanica.
In questo articolo vedremo la storia delle tre torri di Pavia, le principali caratteristiche e come visitarle.
Storia delle tre torri di Pavia
Prime testimonianze documentali delle torri risalgono al 1018, come creazione cittadina molto in voga all’epoca. Ispirate ai palazzi regi (come appunto il palazzo Regio di Pavia) di età Carolingia e Ottoniana.
Le torri, qui come altrove, non avevano scopi difensivi, ma più rappresentativi e propagandistici del potere locale. Del resto, non era ancora in voga la costruzione di castelli.
Gran parte delle torri sorsero negli angoli degli isolati in cui era divisa Pavia, generalmente affiancate da un voltone, allo scopo di attribuirgli un effetto di controspinta.
Una delle torri più emblematiche è quella issata dalla famiglia dei Catassi, situata all’angolo tra piazza della Posta e via Galliano. Altre molto importanti sono quelle dei Torti.
Le torri pavesi persero il loro valore simbolico con l’affermarsi della signoria viscontea durante il Trecento. Ne fu modificata la struttura esterna, venendo di fatto o ridotte in altezza o con la parte finale trasformata in loggia.
Altre modifiche strutturali arrivarono tra il ‘600 e il ‘700, ma per questioni di sicurezza: infatti furono accorciate per una questione di stabilità.
Il totale delle torri gentilizie situate a Pavia dovevano essere in totale quasi 70. Delle quali oggi è possibile apprezzarne una ventina.
Malgrado il suddetto ridimensionamento, è possibile ancora oggi apprezzare torri dalla discreta altezza. Come la torre del Maino, alta 51 metri o la torre di San Dalmazio, a sua volta alta 41 metri). Per l’epoca, tali dimensioni possono essere commisurate ai grattacieli di oggi. Inutile sottolineare che l’altezza serviva per ribadire il prestigio e il potere della famiglia di turno potente che governava la zona.
Caratteristiche delle tre torri di Pavia
Le torri che oggi sono ancora apprezzabili a Pavia, sono edificate su un massiccio blocco di fondazione, costituito da ciottoli fluviali legati con malta, alto anche più di 2 metri.
Parliamo di edifici a pianta quadrata, lunga, mediamente 5 metri per lato (anche se abbiamo esempi di torri più grandi). Il basamento delle torri è rinforzato da pietre di grandi dimensioni, spesso addensate solo negli spigoli.
Per quanto concerne i materiali, invece, quelli maggiormente utilizzati per la loro creazione sono:
- granito
- gneiss
- arenaria
- calcare ammonitico veronese
Diversa la realizzazione del fusto delle torri, per il quale venivano adoperati mattoni lasciati a vista, grandi circa 27,5 x 6,5 cm, per 13 cm d’altezza. Lo spessore delle murature è di circa 2 metri, formato da uno strato di conglomerato di ciottoli, calce e cocci, rafforzato ulteriormente da catene lignee e incamiciato tra due pareti di mattoni.
Per quanto concerne l’ingresso alle torri, esso era consentito mediante porte collocate ai piani superiori e collegate agli edifici adiacenti. Ciò significa che la torre di per sé non aveva un accesso diretto.
Come raggiungere le tre torri di Pavia
Per quanti fossero interessati a visitare le tre torri di Pavia, ricordiamo la loro geolocalizzazione:
- piazza Leonardo da Vinci
- via Luigi Porta
- piazza Borromeo
Spendiamo qualche parola riguardo i rispettivi luoghi. Piazza Leonardo da Vinci è molto frequentata dagli studenti, complice la presenza vicina dell’Università. Ha una forma di rettangolo irregolare, con i lati non perfettamente allineati. Al centro troviamo i resti della Cripta di Sant’Eusebio, nonché, come si confà per una piazza importante, alberi e panchine.
A Piazza Leonardo da Vinci è anche possibile apprezzare altri monumenti, come gli edifici dell’università il Palazzo del Majno.
Nell’angolo destro della piazza possiamo apprezzare Torre Fraccaro, alta 42 metri, assottigliata verso l’alto. Mentre alla sua sinistra si erge la Torre dell’Orologio, ancora funzionante.
La Torre del Majno, alta invece 51 metri vanta sul fianco un portale medievale ad arco in cotto. Testimonianza del fu Palazzo del Majno, demolito nel 1936, quando la piazza fu ampiata. Si tratta di un tipico esempio di architetture settecentesche di Pavia e conserva anche importanti elementi rinascimentali.
In realtà, la stessa Piazza Leonardo da Vinci come è oggi è il risultato di diverse modifiche urbanistiche. Basti pensare che fino al 1400 aveva dimensioni molto più ridotte e prendeva il nome dall’Ospedale ivi ubicato. Dagli anni ‘50 del secolo scorso diventato sede dell’Università.
Un importante modifica estetica alla piazza l’abbiamo nel 1923, quando fu costruito il nuovo Palazzo delle Poste. Il che causò la demolizione di un intero isolato e la rimozione della chiesa di Sant’Eusebio. Restando solo la succitata cripta, restaurata nel 1966.
L’Ospedale San Matteo fu spostato dal centro storico e nel 1932 la sua sede ospitò la Caserma Menabrea. Poi toccò al giardino e al muro di cinta del Palazzo del Majno. Il risultato finale fu l’isolamento della torre e un maggiore spazio per la piazza.
La piazza come la conosciamo oggi è stata definitivamente realizzata negli anni ‘60 del secolo scorso, “liberando” le due torri rimaste inglobate nella struttura dell’ex ospedale e l’apertura del grande cortile teresiano. In tal modo, sono stati ricongiunti la Piazza e il Corso Carlo Alberto.
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