Orgoglio della città e una delle sue maggiori attrazioni turistiche, il Duomo di Pavia è uno dei più importanti edifici del rinascimento lombardo. Fondato nel XV secolo, è caratterizzato dalla sua cupola ottagonale in muratura, una delle più grandi d’Italia, sia in altezza che in ampiezza.
Sicuramente molti famosi artisti dell’epoca contribuirono alla costruzione di questo capolavoro architettonico, come successe per il Duomo di Milano. Probabilmente anche nomi del calibro di Leonardo da Vinci, Francesco di Giorgio Martini e il Bramante, con quest’ultimo che utilizzò la sua esperienza a Pavia per poi progettare la basilica di San Pietro.
Struttura del Duomo di Pavia
La struttura del Duomo di Pavia è a croce greca con tre navate. Ai lati vi sono delle cappelle semicircolari che sporgono dal perimetro, ispirate alla basilica di Santo Spirito del Brunelleschi.
La cupola centrale è alta 97,5 metri, con una luce di 34: le sue dimensioni facevano in modo che si potesse distinguere dalle campagne ed essere punto di riferimento per tutta la zona. La struttura con due calotte, una interna di sostegno e una esterna di protezione, è ispirata alla cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze. L’immane peso di 20 mila tonnellate è sostenuto da otto tra i pilastri più grandi dell’intera Lombardia.
Misure
Lunghezza totale: 83 m
Larghezza massima: 83 m
Altezza della cupola (interna): 80 m
Altezza della cupola (esterna): 97,5 m
Superficie totale: 5.000 m2
Storia
Il Duomo di Pavia è dedicato a Santo Stefano Martire e Santa Maria del Popolo. L’attribuzione a questi due santi ha ragioni piuttosto semplici: il monumento si trova sul sito dove sorgevano due cattedrali romaniche gemelle, quella di Santo Stefano e di Santa Maria del Popolo appunto. I resti dei due templi precedenti, costruiti intorno al VI-VII secolo e rinnovati successivamente, si possono osservare al livello della cripta. Il Duomo si trova su un’altura dominante il fiume Ticino che bagna Pavia, e fu costruito sopra queste due chiese romaniche.
Al momento della sua elezione a vescovo di Pavia nel 1481, il cardinale Ascanio Sforza, fratello del duca di Milano Ludovico, promise ai cittadini di ampliare e rinnovare le due basiliche romaniche. Sei anni più tardi il prelato ricevette un ambizioso progetto che prevedeva la demolizione delle due chiese e al loro posto la costruzione di una di dimensioni maggiori.
Nel 1488 i lavori finalmente iniziarono sotto la direzione degli architetti Cristoforo Rocchi e Giovanni Antonio Amadeo. Il progetto generale fu di quest’ultimo, ma molti storici sono concordi nell’affermare che il Bramante diede un contributo significativo all’impronta della chiesa, poi mantenuta durante tutti i secoli necessari per ultimarne la costruzione. Questi lavori furono una specie di scuola per la futura opera maggiore del Bramante, la basilica di San Pietro a Roma.
In particolare si pensa che siano opera del Bramante la progettazione della planimetria, ma anche i disegni di cripta, abside e sagrestie. L’idea dell’artista prevedeva un corpo longitudinale diviso in tre navate contornate da nicchie semicircolari. Il transetto, anch’egli composto da tre navate, era sormontato da una imponente cupola a base ottagonale. Alcuni dettagli del progetto sono riferimenti ad altre chiese, dimostrando la vasta cultura del Bramante: tra le opere richiamate si possono nominare la basilica di Santo Spirito del Brunelleschi, il santuario di Loreto, la basilica di San Vitale a Ravenna e quella di Santa Sofia di Costantinopoli.
Nel giugno del 1490, su invito di Ludovico il Moro, arrivò nel cantiere anche Leonardo da Vinci. Questo era il periodo dei suoi studi sugli edifici a pianta centrale, che potrebbero effettivamente aver influenzato il progetto del Duomo di Pavia.
Il capo architetto Cristoforo Rocchi morì nel febbraio del 1497, lasciando incompiuto il grande modello ligneo che doveva servire da guida nella costruzione della chiesa. Venne sostituito da Giovanni Antonio Amadeo, mentre lo splendido modello in scala venne completato da Giovan Pietro Fugazza.
Amadeo, di formazione lombarda, apportò alcune modifiche estetiche al progetto bramantesco. Si tratta di aggiustamenti tipici della Lombardia di quel tempo, come i contrafforti esterni rinforzati che finiscono in pinnacoli di stile gotico o il doppio basamento esterno intorno all’abside.
I lavori procedettero molto lentamente, al punto che alla fine del XVI secolo solo il corpo centrale della chiesa era stato completato. Il tamburo venne eretto negli anni 60 del XVII secolo, mentre l’imponente cupola venne terminata solo nel 1884, circa quattro secoli dopo l’inizio dei lavori!
La facciata venne realizzata da Maciachini a fine XIX secolo: i tre ingressi sormontati da tre rosoni non sono apprezzabili interamente a causa delle dimensioni ridotte della piazza antistante.
Il Duomo di Pavia fu terminato ufficialmente solo nel 1933 con la realizzazione dei bracci del transetto.
L’organo
Nel 1962 venne donato al Duomo di Pavia uno splendido organo con tre tastiere e più di cinque mila canne. Nel 2003, durante i lavori di restauro che seguirono il crollo della Torre Civica, l’organo fu smontato e venduto al Duomo di Voghera per 30.000€. Si pensa che per comprarne uno della stessa fattura serva ora circa un milione.
Foto copertina di CC BY-SA 3.0, Collegamento.