Chi è che non ha mai sentito parlare della Pellicceria Annabella di Pavia? Si tratta infatti di un marchio nato sotto i portici di Piazza Vittoria nel 1957 e che ha raggiunto l’apice del suo successo negli anni ’80. Era un negozio con una superficie di 2000 mq e ben tredici vetrine; col tempo venne acquisito anche lo storico e vicinissimo “Caffè Demetrio”, punto di riferimento per tutti a Pavia.
Giuliano Ravizza, figlio di Gildo, ereditò dal padre 5 negozi di abbigliamento e decise di puntare tutto su Annabella, una umile boutique in centro città. Laureato al Dipartimento di Medicina e famoso medico, nel 1955 decide di rinunciare alla sua specializzazione in medicina e di dedicarsi all’industria della moda. In pochi anni Pavia diventò la “capitale della pelliccia”. Il successo fu immediato, Annabella divenne la prima “Prét a porter” della moda italiana, e Ravizza, con una strategia rivoluzionaria per l’epoca, iniziò a caratterizzare non solo i vertici della sua azienda, ma anche i loro prezzi sui giornali dell’epoca.
L’idea era quella di rendere il visone meno appartenente alla “mitologia” e renderlo un capo più accessibile, facendo sapere effettivamente alle donne quale fosse il costo di una pelliccia. Il grande successo del marchio è stato dovuto anche alla forte amicizia che legava Ravizza e Angelo Rizzoli. Infatti, Annabella era anche il nome una rivista settimanale edita da Rizzoli e molto apprezzata dal pubblico femminile. Questa omonimia e le inserzioni pubblicitarie al suo interno, permisero al marchio di farsi conoscere in tutta Italia e non solo.
Annabella di Pavia: il successo del marketing e delle pubblicità
Giuliano Ravizza si è dimostrato particolarmente sensibile ai moderni strumenti di marketing e comunicazione. Ha infatti organizzato una strategia degna delle più moderne campagne di marketing, un ottimo metodo per approfittare del boom economico di quegli anni. Molti ricorderanno il lungo viaggio in treno nel Parco del Castello Visconteo per ricevere in regalo una mongolfiera con la scritta Annabella. Quando pioveva era impossibile non vedere in giro tanti ombrelli multicolori di Annabella.
Famosi sono i anche gli spot pubblicitari con protagonisti attori come Monica Bellucci, Alain Delon e Sophia Loren. Anche il maestro Franco Zeffirelli fu ingaggiato da Annabella per la regia di uno dei suoi famosi spot televisivi. La storica collaborazione con l’amico Mike Bongiorno ha reso Annabella sponsor dei suoi progetti più fortunati, come La Ruota della Fortuna. Ricordiamo la bagarre tra Mike Bongiorno e la sua valletta Antonella Elia, che mostrava in maniera eccessiva il proprio disappunto ogni volta che una concorrente vinceva l’agognata “Pelliccia Annabella“.
Sponsor sportivo
Ravizza era anche un grande seguace del calcio e del basket e riuscì a inserire il suo marchio anche in questi sport. Nelle stagioni ’85-’86 e ’90-’91, Annabella divenne infatti lo sponsor della squadra di pallacanestro di Pavia, che all’epoca disputava la serie A2. Tali idee di marketing non poterono che trovare terreno fertile nella nascente azienda Fininvest di Silvio Berlusconi.
Il Cavaliere offrì infatti ai suoi investitori una formula favorevole: acquistando un certo numero di azioni, ne ricevevano il doppio del rendimento. Rizzoli era un grande amico di Berlusconi, ciò permise un terreno comune anche a Ravizza: Annabella dilagò sulla rete del Biscione, con non solo spot iperprogrammati, ma anche con le pellicce che divennero i premi dei quiz più popolari. Nel 1983 in cima alla classifica dei film più visti e premiati c’era Acqua e Sapone di e con Carlo Verdone.
Il protagonista era Rolando, un insegnante frustrato che si innamorava di Sandy, una giovane baby modella alla quale doveva fare da mentore. Sandy era stata chiamata in Italia per un grande evento: la sfilata di Annabella (tenuta da un esordiente Christian De Sica). Ovviamente, il marchio era nominato in maniera chiara e più volte durante il film e le pellicce vengono fatte vedere da ogni angolazione.
Annabella: l’eredità del marchio e il destino dopo gli anni 2000
Giuliano Ravizza è venuto a mancare nel 1992 e, dopo la sua morte, la pellicceria Annabella è andata in gestione ai suoi tre figli: Simonetta, Ruggero e Riccardo. L’azienda è ancora oggi piuttosto celebre e conosciuta in tutto il mondo e, quando la si nomina, non si può fare a meno di pensare alla città di Pavia.
La boutique Annabella, nel 2018, è stata spostata da Piazza della Vittoria a Piazza Minerva anche se, ormai, la percezione del marchio è un po’ cambiata. A partire già dalla fine degli anni ’90 e, soprattutto, all’inizio del 2000, le varie campagne animaliste hanno modificato lo status delle pellicce. Possedere una pelliccia vera è diventato infatti quasi un motivo di vergogna e anche la stessa Annabella si è rimodernata, presentando nel proprio negozio attuale anche pellicce sintetiche.
Negli anni sono spariti anche gli spot dalla tv e nei programmi. Nonostante ciò, comunque, il marchio Annabella e la sua grande strategia di marketing, restano un grande esempio per gli appassionati del tema. Si tratta infatti della dimostrazione che si possono superare i propri limiti.